Via di Monte Brianzo (R. V – Ponte; R. IV Campo Marzio) (da piazza Nicosia a via dell'Orso)
L’origine del nome della via è disputata fra i cittadini di Briançon (Francia), venuti ad abitare in questa strada col ritorno di Gregorio XI (Pier Roger de Beaufort - 1370-1378) da Avignone, nel 1377, “facendovi commercio di manna” e “certi Lombardi dei monti della Brianza che venuti a stabilirsi in Roma fissarono la propria dimora in questa contrada, facendovi traffico di ottimi vini del loro paese”. (Rufini – 1847)
Qualche anno indietro, figurava ancora nella strada una vecchia torre chiamata della Legnara, da un deposito di legname, che, trasportato per fiume, entrava nella posterula di Santa Lucia [1], cui la torre era a guardia, pagando un dazio che, secondo una Bolla di Agapito II (946-955), andava a beneficio dei preti di San Trifone.. La torre, che si chiamò anche torre dei Greci, faceva parte del sistema di difesa degli Orsini a Monte Brianzo [2] e non era isolata, ma unita a costruzioni medievali dello stesso tipo e in parte a tufelli (con uso di mattoni di tufo). Dalla parte opposta la torre si appoggiava ad una casa che, come tutta la strada, era stata ricostruita nel XV secolo. La torre invece, che fu lasciata in eredità da Giovanni di Giacomo Orsino alla Compagnia del Salvatore (1395), era prossima a quella della Legnara, ed era presso Piazza Nicosia, dove appunto giungeva la suddetta difesa Orsina.
Di fronte alla Legnara, la piccola ed antichissima chiesa di Santa Lucia della Tinta, che dava il nome alla strada che da via Monte Brianzo imboccava vicolo del Leonetto (vedi - Ponte). Fu detta della "Tinta", perché nella località ebbero le loro botteghe i tintori. Si disse pure "delle quattro porte" per la sua vicinanza al muraglione antico, che dal ponte Elio alla porta Flaminia [3] costeggiava il Tevere e che aveva alcune posterule, delle quali appunto una era detta di Santa Lucia. La chiesetta, come si deduce da una donazione fattale sotto Silvestro II (Gerbert d’Aurillac - 999-1003) [4], era già in essere da tempo, e nel secolo XIII aveva un collegio di canonici. Era intitolata a Santa Lucia, matrona romana, ma, per un altare dedicato a Santa Lucia, martire di Siracusa, finì per avere per eponimo tale Santa che viene rappresentata con gli occhi in mano. La chiesa fu restaurata nel 1580 dalla Confraternita dei cocchieri che la possedeva e nel 1628 dalla famiglia Borghese.
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[1] ) Nella cinta delle mura furono aperte alcune posterule più a scopo di gabbellaggio che a difesa. Nella ricostruzione di Onorio (402) ne rimasero solo 5 di cui 3 nel Campo Marzio: posterula S. Agata o S. Agostino (vicino a S. Rocco); della Pila o della Pigna al principio del lungotevere Marzio (ponte Cavour) e quella di S. Lucia prossima alla Torre della Legnara.
[2] ) Fin dal 431, per privilegio di Teodosio II, gli Orsini signoreggiavano fra Piazza Nicosia, Monte Brianzo e Tor di Nona.
[3] ) Nei pressi di Piazza Nicosia esisteva un tempio di Marte, dove agli idi di ottobre si celebrava l’October Equus. Era nella curva del Tevere nella parte più settentrionale del Campo Marzio, ed era contornato da un’area libera per le giostre dei cavalli, detta “Equiria”.
[4] ) Il presbiterio è stato restaurato nel 1955 insieme all’affresco, che vi fu portato nel 1545 da una casa di Campo Marzio.
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